La visita alla città mette subito in evidenza l’origine medievale del centro storico, dove sono ancora individuabili due parti ben distinte.
Il nucleo più antico è il cosiddetto Castello Vecchio, di origine feudale e risalente all’incirca al IX secolo. Conserva ancora la cinta muraria, sulla quale si apre ad ovest la Porta di Montagna, che delimita una pianta circolare, percorsa da viuzze che sfociano presso la Chiesa di San Lorenzo. L’edificio sacro, risalente al XV secolo, è affiancato da una maestosa torre campanaria ed è chiuso al pubblico perché in attesa di restauro.
Castello Nuovo è chiamato il nucleo più tardo, risalente al XIII secolo. È a pianta rettangolare ed è percorso da tre strade parallele, collegate da ponti di attraversamento. Alcuni rinforzi delle mura, risalenti al XV secolo, possono con molta probabilità essere messi in relazione con gli scontri tra la vicina Ripatransone e gli Sforza, i signori di Fermo, di cui Carassai era un castello.
Nel perimetro delle mura di cinta si conservano ancora alcune torri, un torrione e i camminamenti militari del XV secolo.
Molto interessante è la Chiesa di Santa Maria del Buon Gesù, risalente ai secoli XV-XVI ed eretta a collegiata nel 1788. Presenta una pianta a tre navate e un cappellone laterale e vi si conservano la Crocifissione e alcuni affreschi del pittore fiorentino Andrea Boscoli (1560-1607), una tavola di Vincenzo Pagani, e opere dell’urbinate Riccardo Ripanelli (sec. XVI), del ripano Lorenzo Bonomi (sec. XVII) e del sambenedettese Giuseppe Pauri (1882-1949).
Interessante è anche l’Oratorio di Santa Monica, risalente alla fine del XVII secolo, recentemente ristrutturato e adibito a pinacoteca, e i giardini pubblici, dalla caratteristica forma a ferro di cavallo.
Degno di interesse anche il Museo Civico Archeologico I materiali esposti, provenienti per lo più da necropoli rinvenute nel territorio di Carassai, documentano la storia antica locale, con reperti che vanno dalla Preistoria all’epoca medievale, con numerose testimonianze della civiltà picena e della romanizzazione. Tra gli oggetti esposti si menzionano alcuni monili piceni in bronzo, numerose monete romane, che coprono un arco di tempo che va dal III secolo a.C. al V secolo d.C., un’epigrafe funeraria con iscrizione in latino, lucerne, ecc.
Da vedere:
Museo Civico Archeologico, Palazzo Municipale
Aperto su richiesta, tel. 0734.919002, cell. 393.2774336