“Le Marche sono terra di santi”, così più volte si sono espresse alte gerarchie ecclesiastiche. Non solo abbiamo santi “indigeni” ma anche di “esportazione”. Qualcuno però è di importazione, anche se naturalizzato marchigiano. E' San Giuseppe da Copertino; quest’anno ricorre il quarto centenario dalla sua nascita, 1603 – 2003. A differenza di quanto accade per taluni nostri tanti esportati, ad esempio il Beato Giovanni della Verra nato a Fermo nel 1259 di cui parlano anche i “Fioretti”, San Giuseppe da Copertino mantenne il nome del luogo natio.
Sacerdote nel 1628, ebbe una vita piena di estasi e di vari miracoli, che lo resero uno dei santi più interessanti della mistica cattolica. Fu accusato al S. Uffizio di Napoli per le sue estasi, i suoi voli, i suoi prodigi; venne riconosciuto innocente ma per evitare fanatismi popolari fu deciso di trasferirlo in qualche convento solitario.
Partì da Roma e si recò ad Assisi, dove rimase per 14 anni. Qui conobbe Maria Infanta di Savoia; il futuro re di Polonia Casimiro e il duca Giovanni Federico di Braunschweig – Lunemburg, che convertì al Cristianesimo. Poi un altro trasferimento al convento di Pietrarubbia (Pesaro – Urbino); quindi dopo tre anni a Fossombrone dove rimase dal 1653 al 1657.
Finalmente, il 6 luglio 1657, gli fu consentito di andare tra i suoi confratelli di Osimo, dove a 60 anni, il 18 settembre 1663, muore. Quest’anno ricorrono, come detto, 4 secoli dalla nascita avvenuta a Copertino (Lecce) il 17 giugno 1603 e 340 anni dalla morte avvenuta ad Osimo.
Osimo, l’antica Auximon, di cui parla Velleio Petercolo storico romano (19 a.C. – 31 d.C.), colonia romana e località strategica nelle guerre civili; Osimo nominata da Giulio Cesare nel De Bello Civili, che dominava sull’Adriatico attraverso il Porto di Ancona, ospita da allora le spoglie del santo dei voli, del santo dei miracoli, del protettore degli studenti. A lui ricorrevano per consiglio ed aiuto regnanti, ambasciatori, cardinali. Giuseppe da Copertino ebbe numerose visioni soprannaturali.
Si narra che per l’esame di ammissione al Diaconato sapeva commentare una sola frase di tutta la Bibbia. Il vescovo apre il Vangelo e gli chiese proprio quella! Venne così promosso al Diaconato. Mancava l’ultimo esame, quello per essere sacerdote. I compagni che lo sostengono prima di lui sono così preparati che il vescovo promuove tutti in massa.
Il 18 settembre 1860, il giorno della festa del Santo, nella vicina Castelfidardo tuonava il cannone: era la Battaglia di Castelfidardo, vinta dai Piemontesi sui Pontifici. 18 settembre 2003: anche ora esplosioni non di guerra ma di pace. Sono 4 secoli! Si esulta per la ricorrenza della nascita di San Giuseppe. Effigiato nella cupola della Basilica di Loreto del Maccari (1840 – 1919) ha, nel territorio di Osimo, un monumento nel luogo preciso dove si levò in volo al vedere la Basilica di Loreto.
Osimo, dove nel tempio dedicato a San Giuseppe da Copertino si venera un’effigie che ritrae San Francesco che si imbarca in Ancona per andare a convertire il sultano. “Alla presenza del Sultano superbo” dirà Dante. Osimo, che conserva un trofeo tolto ai Turchi a Lepanto è lieta e fiera di celebrare i 4 secoli del Santo dei voli.
Gabriele Nepi