E’ l’antica platea magna del basso medioevo su cui si affaccia imponente il trecentesco Palazzo del Podestà (ora nel mutato ruolo di facciata del Teatro della Fortuna) con la ricostruita Torre Civica.

Le sue funzioni sono sempre state quelle di spazio destinato alle cerimonie civili e al mercato: ciò di cui sono testimonianza i numerosi esercizi commerciali che sostituiscono oggi le botteghe degli antichi merciai.

Sul lato occidentale, quello che fiancheggia il corso Matteotti, sta la Fontana della Fortuna dall’ampio bacino mistilineo a marmi colorati, interamente rinnovato (coppa centrale e leoni compresi) nel 1697-99 dal veneziano Ludovico Torresini.

La graziosa statuetta bronzea della Dea Fortuna è una copia fedele dell’originale (oggi presso il Museo Civico) modellato e fuso nel 1593 dall’urbinate Donnino Ambrosi per abbellire il primitivo bacino ottagonale della vecchia fontana realizzata nel 1576.

E’ considerata simbolo civico e richiama nella sua manieristica eleganza modelli scultorei giambologneschi.

Poco lontano, sul lato meridionale della piazza, fa bella mostra di sé l’elegante facciatina protobarocca in cotto e pietra arenaria della Chiesa di S. Silvestro, nota anche come Madonna di Piazza per l’omonima venerata immagine custodita al suo interno. Documenti d’epoca ne dicono autori un Maestro Filippo intagliatore e un Maestro Filippo scalpellino che l’avrebbero realizzata nel 1565 e il primo dei quali è forse da identificare nel noto architetto Filippo Terzi. La zona superiore di coronamento sembra comunque sia stata aggiunta nel 1606 in occasione di una sopraelevazione della chiesa oggi non più visibile a causa delle distruzioni belliche subite dalla stessa nel 1944: distruzioni che hanno portato al completo rinnovo in linee moderne dell’interno sulle cui pareti laterali il pittore Augusto Ranocchi ha poi dipinto a tempera le varie stazioni di una discussa Via Crucis.

Sulla parete lignea che riveste il presbiterio è invece esposta la ricordata immagine della Madonna di Piazza, attribuita a Giovanni Baglioni (1606).

Di origine romana è il bel capitello jonico riutilizzato per sostenere la mensa del nuovo altare, anteposto al vecchio altare in ceramica modellato da Leonardo Leoncillo.

Il caratteristico disegno ornamentale con grande stella centrale che caratterizza il selciatodella piazza risale alsecolo XVIII e sostituisce un precedente disegno a grandi riquadridel secolo XVI.


Fonte: www.comune.fano.ps.it

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  • citta: FANO
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