Sassoferrato, la storia

Sassoferrato è un comune appenninco di 7.800 abitanti della provincia di Ancona. Fa parte della Comunità montana dell'Esino-Frasassi.

La cittadina sorge a breve distanza dalle rovine dell'antica Sentinum, nei pressi della quale ebbe luogo nel 295 a.C. la celebre battaglia di Sentino o "delle Nazioni", che pose termine alla guerra sociale trai Romani e i popoli italici che si erano ribellati al loro dominio. I Romani prevalsero sugli eserciti di Galli, Sanniti, Umbri ed Etruschi. Distrutta durante la guerra di Perugia nel 41 a.C., Sentinum fu subito ricostruita e divenne un fiorente centro, abitato da veterani di Augusto cui furono assegnate le terre del suo agro. La città era un municipio facente parte dell'Umbria.

Il sito archeologico di Sentinum è oggi uno dei più interessanti delle Marche: vi si possono vedere tratti di strada, resti delle terme, delle mura e una vasta costruzione, che si ipotizza essere stata una villa o una locanda.

Tra l'VIII e il X secolo la città fu abbandonata dagli abitanti, i quali, decimati dalle pestilenze, non erano più in grado di difenderla e si dispersero sulle montagne.

Dai conti Atti al Cinquecento

Sassoferrato ebbe origine nel 1150 circa quando un conte Atto, originario di Genga, fece costruire un castello cui diede tale nome. Negli ultimi anni del XII secolo i suoi discendenti finanziarono anche la costruzione dell'abbazia di Santa Croce dei Conti per i monaci camaldolesi. L'abbazia, recentemente restaurata, è una delle più importanti testimonianze d’architettura romanica delle Marche. Alla metà del Duecento è documentata l'esistenza della chiesa e del convento di S. Francesco, la cui fondazione si fa risalire alla sosta dello stesso Santo.

Molti abitanti dei minuscoli centri montani si avvicinarono al castello, costruirono le loro dimore con materiali tratti dalle rovine di Sentinum e diedero vita a poco a poco a una nuova città che doveva avere una doppia cinta muraria e imponenti fortificazioni.

Probabilmente la chiesa di S. Pietro sorse insieme al primitivo castello dei conti Atti in stile tardo romanico o romanico-gotico come quella di S. Francesco. Nel 1314 la cittadina diede i natali a Bartolo da Sassoferrato, uno dei più insigni giuristi europei del Medioevo, il quale, nato nella villaggio di Rave di Venatura, potè studiare nel convento di S. Francesco.

Il cardinale Albornoz, tolta ai conti Atti la signoria di Sassoferrato, nel 1365 fece costruire un'imponente Rocca che porta ancora il suo nome e i cui resti sono oggi il simbolo più noto della cittadina.

Sassoferrato subì occupazioni dai Malatesta di Rimini, dalle truppe di Braccio da Montone e, nel 1433, da Francesco Sforza, il quale era riuscito a impadronirsi di buona parte della Marca. A Sassoferrato mise in atto un tremendo saccheggio.

Dopo la fine del suo dominio, la comunità di Sassoferrato potè riorganizzarsi, prima di tutto dandosi uno Statuto, che sarebbe rimasto in vigore fino al 1827, e poi istituendo il Comune (1460). Legato alla città fu l'umanista del XV secolo Niccolò Perotti o Perotto. Nel 1470 vi nacque Pietro Paolo Agabiti, notevole figura di pittore, scultore e architetto.

Dal punto di vista ecclesiastico Sassoferrato fu sempre legata alla diocesi di Nocera Umbra. Solo nel 1984 sarà assegnata a quella di Fabriano. Nel 1530 fu fatto edificare il Palazzo Vescovile unito alla chiesa di S. Pietro, la quale assunse anche maggiore importanza nel 1580 quando il vescovo di Nocera le conferì il titolo di collegiata.

Per la storia religiosa della cittadina è importante anche l'insediamento degli Agostiniani, avvenuto in un convento presso la chiesa di S. Maria del Ponte del Piano nel 1389.

L'economia della cittadina era legata all'allevamento e ai prodotti della montagna, come pure all'agricoltura, tuttavia nel corso dei secoli si andarono sviluppando varie attività, come la lavorazione del ferro, l'estrazione della pietra, le concerie, la fabbricazione di chiodi e di vasellame in terracotta e la fusione delle campane.

Dal Seicento a oggi

Il Seicento e il Settecento sembrano essere periodi di decadenza economica per la cittadina. Tuttavia proprio all'inizio del XVII secolo (1605) vi nacque il pittore barocco Giovanni Battista Salvi detto "Il Sassoferrato", noto per le delicate Madonne e i magnifici ritratti.

Da registrare anche la costruzione della maestosa facciata, di stile barocco, della chiesa di S. Maria del Ponte, opera di Vittorio Merolli, ma anche il crollo, nel 1688 della chiesa di S. Pietro, che però nel 1717 fu ricostruita e notevolmente ampliata raggiungendo le forme attuali. Nel corso dello stesso secolo anche il Palazzo Comunale, unito al Palazzo dei Priori (XVI sec.), assunse le forme che presenta oggi.

Una scossa venne con la conquista napoleonica del 1798, seguita da una rapida restaurazione del potere pontificio e, nel 1808, da una nuova invasione che associò Sassoferrato e le Marche al napoleonico Regno d'Italia. Nel 1815 gli austriaci restituirono la cittadina allo Stato pontificio, nella Delegazione di Macerata. Dopo l'Unità d'Italia, Sassoferrato, che contava circa 8000 abitanti, fu compresa tra i comuni della provincia di Ancona.

L'evento forse più importante del periodo postunitario è la scoperta di una miniera di zolfo, avvenuta nel 1886 nel bacino di Cabernardi e nelle aree adiacenti di Cafabbri e Breccetinte. Due anni dopo si iniziò a estrarre lo zolfo sotto la Direzione della Società Solfifera Italia. La miniera divenne ben presto una delle principali attività economiche del comune.

Molto importante fu l'apertura, nel 1910, del tronco ferroviario Sassoferrato-Urbino, che, a causa dei bombardamenti dell'ultima guerra mondiale, è ora ridotta al collegamento con Pergola.

La cessazione dell'attività della miniera di zolfo a metà degli anni Cinuqnata portò una grave crisi sociale, con il conseguente spopolamento del comune, che passò dai 14.000 abitanti del 1950 ai 7300 del 1971. Una lenta ripresa dell'economia è venuta con la creazione di fabbriche come

lo stabilimento della Merloni, la Cartiera del Sentino e molte altre.

Uno scrittore vissuto a Sassoferrato è stato Raul Lunardi (1905-2004), ricordato per il romanzo Diario di un soldato semplice (1952) e per numerose altre opere.

Oggi Sassoferrato si presenta come un centro ricco di attrattive archeologiche, storiche e artistiche. Nel centro storico si trovano: il Museo civico archeologico e la Sala Perottiana (palazzo dei Priori), la Civica Raccolta d'Arte e la Raccolta “Incisori Marchigiani” (palazzo Oliva), nonché il Museo delle arti e tradizioni popolari (palazzo Montanari), mentre fuori città si trovano il Parco Archeologico di Sentinum e il Museo della Miniera di Zolfo di Cabernardi. Da sessant'anni si tiene a Sassoferrato la Rassegna Internazionale d’Arte Premio “G.B. Salvi”.

a cura di Pier Luigi Cavalieri

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  • citta: SASSOFERRATO
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