A 1 Km da Urbania, in direzione Sant'Angelo in Vado, si impone maestoso il "BARCO", residenza estiva e luogo di caccia dei duchi di Urbino, che domina un'area naturale, con alberi e prati di grande fascino. Dato il suo forte richiamo, il Barco di Casteldurante è stato un famoso luogo di villeggiatura per celebri umanisti e poeti del Rinascimento, tra i quali il Tasso che ne cantò le lodi nel suo capolavoro. Il Barco di Casteldurante è collegato al Palazzo Ducale da un miglio di fiume che i nobili risalivano in barchetta.

Il Barco, originariamente costruito in forma quadrilatera con un cortile interno, fu rimaneggiato da Girolamo Genga nei primi decenni del XVI sec. e, verso la metà del '700, venne modificato internamente con l'inserzione della Chiesa di S. Giovanni Battista, su progetto di derivazione vanvitelliana. Approfondimenti Il Barco costruito nel 1465 è una delle opere più significative commissionate da Federico II da Montefeltro, fu utilizzato come parco di caccia di cui numerosi scritti coevi dettero notizia.

A testimonianza della data della ristrutturazione rimane lo scritto del notaio Filareti: "1465 fu facto il Barco di Casteldurante". Un'opera che destava già allora meraviglia tra i contemporanei. Il Barco prima dei lavori rovereschi era composto da un quadrilatero che si affacciava su di un cortile, attribuito a Francesco di Giorgio Martini che aveva creato due chiostri con pozzi e cisterne e secondo il Vasari due scale elicoidali, che alcuni hanno attribuito invece al Genga, e sulla destra il mausoleo ducale (oggi sacrestia) che, però, non vide mai la sepoltura di Federico. Le scale furono distrutte nel momento in cui fu costruita la prima chiesa all'interno del cortile; tuttavia si possono osservare in un modellino del Settecento conservato nel Museo Civico del Palazzo Ducale. Nei primi anni del sec. XVI, sotto la direzione dell'architetto Girolamo Genga, il Barco subì sostanziali interventi di ristrutturazione e di ampliamento. A detti interventi sono da ricondurre il porticato antistante la chiesa esistente e lo scalone d'onore che ne fiancheggia l'abside. In tale occasione il Genga inserì nella struttura preesistente anche due torri di guardia. Il Barco di Casteldurante è stata la residenza preferita di Francesco Maria II, ultimo Duca di Urbino.

Nella seconda metà del secolo XVIII il Barco venne poi tramutato nell'attuale edificio; le torri quadrate fatte costruire da Francesco Maria II, ai fianchi della fabbrica, furono una abbattuta e l'altra utilizzata come campanile. Al centro del cortile era già stata costruita la chiesa che era già rammentata in un documento del 1656. Successivamente, a causa di gravi danni che il terremoto del 1741 arrecò alla chiesa, si pose il problema della sua ricostruzione che fu portata a compimento nel 1771. Per quanto riguarda l'area di pertinenza del Barco si può affermare che essa, fino a tutto il Settecento, è stata caratterizzata dalla presenza di un fitto bosco di cerri e di querce; nell'ottocento inizia poi un lento ma deciso processo di trasformazione del bosco in seminativo, sino a giungere alla scomparsa della "selva" originaria nei primi anni del Novecento. Attualmente sono visitabili alcune stanze a piano terra che sono state recentemente restaurate e portate al loro antico splendore.

fonte: www.comune.urbania.ps.it

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