Tra gli illustri marchigiani il musicista e compositore Gioacchino Rossini ha sempre avuto un po-sto sul proscenio. Merito dell’immensa fama da lui goduta in vita e, post mortem, ininterrottamente sino ad oggi. Si può anzi affermare che più passa il tempo meglio il suo genio musicale viene conosciuto e apprezzato nel mondo intero. Gioacchino Rossini nacque a Pesaro il 29 febbraio 1792, figlio di Giuseppe Antonio, detto Vivazza, e di Anna Guidarini, cantante lirica che esercitava la sua professione in diversi teatri marchigiani. Il padre faceva di mestiere il “trombetta”, cioè avvisava i membri dei pubblici consigli di Pesaro quando si dovevano tenere le assemblee, ma suonava anche il corno e la tromba nella banda cittadina e nei teatri locali. Tuttavia è probabile che più che dal padre il giovane Rossini abbia ereditato dalla madre soprano la sua precoce passione per la musica e il canto.

La casa in cui nacque, dal 1904 “monumento nazionale”, era stata edificata in una zona centrale della città nel Quattrocento e poi ristrutturata con l’aggiunta dei piani superiori nella prima metà del XVIII secolo. Oggi è adibita a museo rossiniano. Quando nel 1797 le armate napoleoniche occupano Pesaro Giuseppe Rossini si schiera con i Francesi, e perciò popola restaurazione del governo pontificio sarebbe stato costretto a fuggire.

La famiglia non era facoltosa, tuttavia Giuseppe e Anna riuscirono a garantire al ragazzo una buona educazione musicale, che si svolse prima a Lugo di Romagna (località di ci era originario Giuseppe) e poi a Bologna. Nel capoluogo emiliano Rossini si fa conoscere già a quattordici anni per le sue doti canore, cantando nelle chiese e nei teatri, tanto che viene accolto prestissimo tra i soci della locale Accademia filarmonica. È in grado di suonare anche la viola, il cembalo e il pianoforte. Le prime opere del giovane genio sono delle farse scritte per impresari teatrali, talvolta salutate dall’ovazione del pubblico, talaltra risoltesi in insuccessi o veri e propri fiaschi. Le città in cui vengono rappresentate sono Bologna, Venezia, Ferrara. La prima opera rappresentata a Milano, La pietra di paragone (1812) gli porta fortuna, conquista il favore del pubblico e conta ben cinquanta repliche. Dopo che altre sue composizioni erano state rappresentate a Roma, è Napoli la prima città ad affidargli, tramite l’impresario Barbaja, incarichi ufficiali e prestigiosi, come la direzione dei due teatri “S. Carlo” e “del Fondo”. Nella città del Vesuvio conosce la cantante lirica Isabella Colbran, sua futura moglie. La carriera artistica di Rossini sarebbe poi proseguita con un gran numero di opere di vario genere rappresentate nei teatri di città che vanno da Milano a Napoli spesso – ma non sempre – con grande successo, finché nel novembre 1824 non è nominato direttore artistico del Teatro Italiano di Parigi. Inizia così il periodo francese del genio musicale italiano. L’anno successivo scrive, per l’incoronazione del re Carlo X, la cantata Il viaggio a Reims, ossia L'albergo del giglio d'oro. Guglielmo Tell, rappresentata a Parigi nel 1829, è l’ultima opera rossiniana. Il successo è immenso, la risonanza europea. Carlo X gli conferisce la Legion d’onore. Nel 1832 il compositore pesarese si è ormai legato a Olympe Pélissier, tanto che avrebbe dopo pochi anni formalizzato la separazione legale dalla prima moglie. A Olympe dedica la cantata per soprano e pianoforte Giovanna d'Arco. Nell’immensa produzione rossiniana non mancano opere di ispirazione religio-sa, come lo Stabat Mater composto tra il 1831 e il 1833 in seguito a un viaggio in Spagna o, molti ani più tardi, la Petite Messe Solennelle (1863). Rossini torna più volte in Italia trascorrendovi significativi periodi. Muore nella sua villa di Passy presso Parigi il 13 novembre 1868 a settantasette anni. Nel 1887 i resti del grande compositore vengono traslati a Firenze nella basilica di Santa Croce, tra i grandi italiani. Rossini non dimenticò mai la sua città di nascita, tanto che alla sua morte lasciò erede universale di tutta la sua notevole fortuna il Comune di Pesaro, che la impiegò degnamente istituendo il Conservatorio di musica e la Fondazione Rossini.

Il Rossini Opera Festival

Nel 1980 il Comune di Pesaro diede vita al Rossini Opera Festival, che si sarebbe presto affermato come uno dei principali appuntamenti operistici italiani e internazionali. La nuova istituzione si proponeva di recuperare in modo filologicamente corretto, il vasto patrimonio musicologico e teatrale rossiniano meno noto, sconosciuto o dimenticato. La prima opera recuperata e riproposta al pubblico fu Il viaggio a Reims. Cinque anni dopo è stato costituito un ente autonomo finanziato dal Comune e dalla Provincia di Pesaro e incaricato della gestione del festival, mentre altre istituzioni pubbliche e aziende private contribuivano significativamente all’allestimento delle opere rossiniane. Dal 1994 una fondazione gestisce il festival pesarese, che ha saputo mantenere eccellente nel corso dei decenni la qualità delle sue proposte musicali.

“150 Rossini”

È in corso di svolgimento un vasto programma quadriennale di manifestazioni dedicate dalla città di Pesaro al 150° anniversario della morte del grande compositore, dal titolo “150 Rossini”. Nel febbraio scorso si sono festeggiati i 200 anni dalla rappresentazione del Barbiere di Siviglia, forse l’opera più nota del genio pesarese. Altre opere rossiniane di cui si celebrerà il bicentenario nei più prestigiosi teatri italiani saranno La gazzetta, Otello ossia il moro di Venezia, La Cenerentola, La gazza ladra, Armida, Adelaide di Borgogna, Mosè in Egitto, Ricciardo e Zoraide e La donna del lago. Grazie al suo genius loci Pesaro è entrata recentemente nella rete europea delle Icon Cities (“città-icona” ossia città fortemente caratterizzate dal fatto di aver dato i natali a un grande della cultura), che comprende solo dodici località europee.

a cura di Pier Luigi Cavalieri



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  • citta: PESARO
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