Padre della moderna storia dell’arte italiana

Montecchio (oggi Treia) 1732 - Firenze 1810

In Santa Croce a Firenze, fra le tombe di tanti uomini illustri italiani, è anche quella di Luigi Lanzi "domo Monti Ulmi Agro Piceno", cioè nato nell’allora Montolmo, oggi Corridonia. Luigi Lanzi nacque però, da famiglia originaria di Montolmo, a Montecchio (oggi Treia) il 14 giugno 1732 dove il padre era medico. Studiò prima a Fermo poi a Roma, dove entrò nel 1749 dai Gesuiti, forse affascinato dalla grande cultura di quell’ordine, all’interno del quale fu presto chiamato a reggere la cattedra di greco, insegnando a Roma, Viterbo, Tivoli.

Venuti i Gesuiti in disgrazia, si portò a Siena poi a Firenze dove, benvoluto dal Granduca Leopoldo, assunse nel 1775 l’incarico di vicedirettore della regia Galleria. In questo periodo approfondì i suoi studi di storia dell’arte, materia che fu sempre la sua prediletta, entrando in contatto con gli ambienti artistici delle correnti neoclassiche, il Winckelmann in particolare.

Nel 1782 diede alle stampe la "Guida della reale Galleria di Firenze" e intraprese anche importanti studi di archeologia e filologia del periodo etrusco, pubblicando nel 1789 il "Saggio di lingua etrusca e di altre antiche d’Italia", che gli valse il riconoscimento di più dotto conoscitore delle civiltà paleoitaliche.

Finalmente pubblicò (1796) la sua monumentale "Storia pittorica della Italia", un’opera moderna, fuori dagli schemi del passato, che analizzava le varie scuole formatesi in Italia dal rinascimento fino al settecento, le correnti artistiche, i personaggi che si mossero al loro interno, anche i minori, le opere ed i capolavori.

Quest’opera, tradotta in varie lingue e più volte rieditata, dette grande fama al Lanzi, che può per questo considerarsi come il padre della storiografia artistica italiana moderna. Il suo bello scrivere, la trattazione degli argomenti fuori dai vecchi schemi critici (per tutti il concetto del "bello ideale" caro al più noto Winckelmann), ne fanno tuttora un testo gradevole ed interessante.

La sua fama crebbe e fu aggregato alle maggiori Accademie del tempo (del Cimento, la Fiorentina etc.), quella della Crusca lo elesse addirittura alla presidenza.

Per la sua salute malferma, Luigi Lanzi si trasferì ai bagni di Bassano ma, dopo l’occupazione austriaca, fu a Treviso poi a Udine per fare ritorno a Firenze soltanto nel 1801. Qui continuò i suoi studi pubblicando altri testi sempre di critica artistica e di filologia, approfondendo anche in campo archeologico gli studi sugli Etruschi.

Morì il 31 marzo 1810 a Firenze e, come detto, ebbe l’onore di essere sepolto fra i grandi in Santa Croce, vicino al Machiavelli.

Giovanni Martinelli

Informazioni aggiuntive

  • citta: TREIA

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