Ascoli commissiona una statua in bronzo in onore di Papa Gregorio XIII

17 novembre 1575

 

Ascoli, il 17 novembre 1575, commissiona una statua in bronzo in onore di Papa Gregorio XIII (+ 1585), il bolognese Ugo Boncompagni, perché aveva restituito alla città i castelli che le erano stati sottratti dal suo predecessore: Paolo III (1549). Dopo la battaglia di Torre di Palme di Fermo (1798), vennero in Ascoli le truppe francesi. I loro comandanti Generali Rusca e Casabianca, con la scusa di aver bisogno di bronzo per fabbricare cannoni, la fecero abbattere. Il basamento rimase in Piazza del Popolo dove sorgeva la statua, ma fu posto in un angolo. Nel 1863 venne portato nel Giardino Comunale dove tuttora si trova.

Abbiamo trovato l’atto del contratto. Fu stipulato il 17 novembre 1573 in Ascoli. Eccolo: “Essendosi con il nome d’Idio, e del beato Emidio protettore della magnifica città di Ascoli a gloria et honore di papa Gregorio XIII concluso fra la magnifica comunità d’Ascoli, e messer Lodovico Lombardi quale se obliga, et a nome di messer Hieronimo suo fratello promettendo de rato per lui, che s’habbia a fare la statua di detto papa Gregorio da essi fratelli. Sono venuti fra loro all’infrascritti capitoli:

in prima che Lodovico promette in nome suo e del fratello che tutta la statua di metallo sarà senza il dado alta dieci palmi alla misura d’Ascoli; e detta figura starà a sedere sopra una sedia pontificale pure di metallo. La statua si darà condotta in Ascoli a tutte spese e risico de’ sudetti messer Lodovico e messer Hieronimo eccitto che del mare, dove occorrendo disgrazia, ch’Idio non voglia, o di fortuna, o, di corsarij in tale caso sia il danno della città.

Promettono li su detti dare detta statua finita in Ascoli fra un anno, cominciando da hoggi al più tardi. Promettono li deputati di pagare a messer Lodovico e messer Hieronimo per manifattura di detta statua scudi mille di moneta corrente nella Marca in tre partite. Promettono di provvedere alli sudetti fratelli li bovi, fune, taglie, et altri ordigni per condurre la statua dal Porto d’Ascoli in Ascoli.

E per osservanza, di tutte le sopra dette conventione li sudetti deputati e messer Lodovico e messer Hieronimo suo fratello assente, quale promette sotto scriverà questa conventione, sottoscriveranno il present’obligo con altro appresso di simile tenore, di loro propria mano questo dì 17 di novembre 1573.

Io Gio: Francesco Viccio

Io Giovan Antonio Guiderocchi

Io Jovan Filippo Cautj

Io Gio: Vincenzo Salladini

Io Ludovico di Lombardi in nome de Hieronimo mio fratello e mio mi obligo quanto in questo foglio si contiene”.

Storie di ieri ma pur sempre attuali. Dall’atto infatti, si evincono l’importanza della via marittima; le misure del tempo (palmi); la riconoscenza degli Ascolani; il rischio corsaro; il nome dei due artisti. In conclusione ricordiamo che a Papa Gregorio XIII si deve la riforma del calendario.

 

Gabriele Nepi

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